Nel dicembre del 1960 nasceva a Vicenza l’ASSOCIAZIONE SUBACQUEA “TRE MARI”.

In quell’epoca, durante la quale si insegnava come costruire una maschera e ad usare il tubo di gomma del fornello a gas in sostituzione dell’aeratore (allora quasi introvabile), Raimondo Bucher conquistava il record mondiale di profondità in apnea raggiungendo 34 metri (oggi Pellizzari ha superato i 120 metri, n.d.r.).

Se all’inizio l’attività dell’Associazione consisteva unicamente a divulgare ad altri elementari nozioni subacquee, in seguito l’attività si allargò dedicando lezioni all’ittiologia, all’archeologia sottomarina ed alla navigazione che con l’attività subacquea avevano molti punti di contatto.

Quando finalmente la Società poté dedicarsi alla didattica teorica e pratica, dopo che due suoi dirigenti poterono frequentare il primo Corso per Istruttori di Nervi, voluto e diretto dal grande maestro Duilio Marcante, vennero date alla nuova didattica tutta la passione e l’accurata preparazione dei nuovi istruttori, che portarono la Tre Mari ad essere annoverata fra le prime e più considerate scuole d’Italia.

Furono qualche migliaio gli allievi che si brevettarono sommozzatori e furono numerose le società subacquee che dalla stessa Tre Mari trovarono origine.
Non ultime quelle di Verona e Padova.

Un merito particolare per la Società fu l’aver portato l’insegnamento subacqueo all’interno del prestigioso Istituto Industriale “Rossi” di Vicenza, creando cosi una particolare specializzazione fra le già molte specialità della rinomata scuola.

Allorquando le attrezzature permisero la fotografia subacquea, la Tre Mari si dedicò con competenza a questo nuovo settore raggiungendo altissimi livelli in campo nazionale ed internazionale.

Ora la Tre Mari, che per una decina d’anni condusse in proprio pure un giornale spedito gratuitamente a tutte le società italiane del ramo, con i suoi numerosi soci e con i suoi istruttori altrettanto numerosi, continua la sua strada intrapresa in quel lontano 1960, orgogliosa di aver contribuito a far conoscere ad un notevole numero di persone, soprattutto senza correre rischi, quel meraviglioso mondo sommerso che ha meritato il nome di “Sesto Continente”.